A circa metà della strada tra Dortmund e Hannover, in Germania, nella regione Renania settentrionale/ Vestfalia, nel circondario di Padenborn, su una collina attorno alla cittadina di Bueren, si trova un antico castello, Wawen (da cui Wawenburg, città del castello di Wawen), che ha un posto importante nella storia del nazismo tedesco. Si tratta di una singolare costruzione, nota sin dall’anno 1000 come fortezza di Wifilburg, fatta erigere in pietra su un antichissimo terreno di sepolture, dal Conte Fríederich von Arnsberg (1123), i cui eredi lo vendettero (1300) al Conte di Weldeck. Costui a sua volta donò il castello al Vescovo della città di Padenborn ( 1415) e, nel 1650, dopo la Guerra dei Trent’anni, esso passò ai Vescovi-principi, dapprima nella persona del Vescovo Theodor Adolf von der Recke e quindi in quella del vescovo Ferdínand von Fdrstenberg, che lo mantennero per oltre un secolo e mezzo. Il castello poi divenne nel 1933 al dimora e la sede delle S.S. del generale Heinrich Himmler (uno dei piu’ stretti collaboratori di Hitler). che era alla ricerca di un sito adatto alla installazione di una elitaria ‘ Reichsfuehrerschule SS’ ( Scuola per la educazione ideologica degli ufficiali SS) scelse a quello scopo il castello di Wewelsburg, in quanto vicino a due luoghi simbolo delle mitologia, della gloria e del potere degli antichi germani. Il primo di questi luoghi era la foresta di Teutoburgo ( ove, nel 9 d. C., le tribù germaniche di Arminio distrussero in tre giorni le tre legioni romane del console Publio Quintilio Varo, bloccandone l’invasione) e il secondo l” Externsteine’ (formazione rocciosa megalitica già sede di culti pagani, che comprendeva l’albero sacro che collegava la terra dove i sassoni, nel 772 d. C., avevano opposto feroce resistenza a Carlo Magno). La zona si prestava anche alla costruzione di una città modello delle SS, con uffici, edifici commerciali, impianti sportivi, a costituire la base del ‘ Zentrum der neuen Welt’ (Centro del nuovo mondo) vagheggiato da Himmler, con il castello come cuore e cervello della città. Il Reichsfuehrer affittò pertanto il castello dal Sindaco di Padenborn per 100 anni alla somma simbolica di 100 marchi all’anno e dette l’incarico di ristrutturarlo all’architetto Siegfried Taubert secondo le sue direttive, con l’intervento economico del R. A. D. (Reichsarbeitsdíenst – Ufficio statale del lavoro) ed ideologico dell’” Ahnenerbe” (Società SS per le ricerche su storia, cultura e antropologia della razza ariana, fondata dallo stesso Himmler). Alla ristrutturazione del castello (nel quale scomparvero, l’ostello, il museo e il ristorante) contribuirono successivamente anche, dal 1938, gli architetti Hermann Bartels e Walter Franzius l’esoterista Karl Maria Wiligut (detto ‘ Weisthor’, da sempre maestro di esoterismo cL Himmler), che si rifecero, nella ricostruzione, al leggendario castello di Camelot di Re Artù, e a quello di Marienburg (Polonia) che era stato fondato nel 1270 dai Cavalieri dell’Ordine Teutonico. Attualmente il castello appare esternamente nella sua struttura originale in stile barocco West Renaissance, orientato in modo anomalo con asse Nord- Sud e non Est- Ovest, ed è costituito da due bracci uniti fra di loro ad angolo acuto a formare una punta come di lancia (a sembianza della mitica lancia di Longino che trafisse il costato di Gesù), con una torretta al termine di ogni braccio e un’altra, più grande, alta e imponente al vertice del triangolo. Internamente si trova un ampio cortile triangolare con 12 porte (sei per ogni braccio) affacciate su di esso, che immettono al loro interno e un portale centrale che si apre nella Torre nord, tutte decorate con simboli allegorici. In ciascun braccio ci sono 12 stanze, ognuna delle quali portava il nome di uno degli eroi della storia o della mitologia germanica, quali Widukind, Parsifal, Sigfrido, Enrico XII di Baviera ‘ il Leone’, Re Artù Pendragon: una, col nome di Ernico I di Sassonia, era riservata a Himmler, il quale credeva di essere la reincarnazione del re sassone. Nel braccio orientale del castello si trovava una imponente biblioteca, ricca di oltre 12.000 volumi raccolti sulla storia dei popoli ariani nei secoli. Wewelsbrug perse la sua grande importanza sul finire della seconda guerra mondiale quando la Germania venne invasa dagli alleati. Himmler avvertito dell’arrivo delle truppe alleate diede ordine di far saltare il castello ma c’era poca dinamite e cosi ordinò di danneggiare il braccio est e la struttura generale si salvò. Oggi questo castello è sede di un museo ma al suo interno si respirano un’antica energia che probabilmente è stata la stessa che Himmler respirava e/o percepiva quando si stabilì a Wewelsburg.