Quando nulla è per caso anche nella musica rock avvengono cose molto strane anzi sono avvenute cose molto strane anche in un passato abbastanza recente. Molti penseranno, come quasi sempre lo fanno (in certi circoli), che dietro a queste parole c’è un complottista rockettaro che vuole mettere in cattiva luce alcuni se non tutti i grandi protagonisti oramai scomparsi della musica rock mondiale. Non è proprio cosi. Non è complottismo ne una costruzione mediatica il “Club dei 27” non è mai stata una pura coincidenza ma una sinergia di energie, passatemi il termine bonario, che hanno coinvolto i piu’ importanti rocker mondiali a cedere il passo al triste mietitore all’età di 27 anni. Si è iniziato a parlare con insistenza del Club 27 dopo la morte di Kurt Cobain, il frontman dei Nirvana morto suicida nel 1994. Com’era accaduto per gli altri “membri” del club, Kurt Cobain era morto all’età di 27 anni, dopo una vita sregolata e contraddistinta dagli eccessi. Si è ricominciato a parlare con insistenza del Club 27 (detto anche 27 club, Forever 27 club, J27) dopo un’altra tragica scomparsa, quella di Amy Winehouse. La cantante britannica morta nel 2011, a 27 anni, intossicata da un mix di alcol e farmaci. Per alcuni il Club 27 coinvolgeva in primis personaggi che avevano una J nel nome o nel cognome, in particolare scomparsi tra il 1969 e il 1971: Brian Jones, Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin. In realtà (e purtroppo) altri artisti e non solo nel mondo della musica, sono scomparsi così giovani, a soli 27 anni, anche prima degli anni Sessanta – anche se a quell’epoca sembrava ci fosse una vera e propria maledizione. Ecco che torniamo al complottismo ed alle sue teorie sul fatto che molti dei grandi cantanti rock (vedi Elvis Presley in primis) non sono in realtà morti ma hanno deciso di ritirarsi fuggendo chissà in quale isola sperduta del Pacifico. Come riporta Wired in un articolo del 2019, perfino la statistica è intervenuta per “smantellare” le assurde teorie sul Club 27. La psicologa Dianna Theadora Kenny ha condotto uno studio per capire quali siano le differenze tra la morte delle popstar e il resto della popolazione – sia per quanto riguarda le modalità, che l’età in cui avviene. E’ pur vero che i musicisti sono piu’ a rischio tra i 50 e i 56 anni e non a 27 anni ma è anche interessante elencare le cause della loro morte nel 90% dei casi dovuta per eccesso di alcool ed overdose per gli artisti rock e omicidio per gli artisti rap. In buona sostanza il “Club dei 27” non è stato creato per caso dalla statistica che ha raggruppato una serie di coincidenze che hanno legato tra loro gli artisti il cui carisma e la cui spiritualità erano scritti tra le righe dei loro testi e della loro musica.