Viviamo in un’epoca in cui la parola “complottismo” viene gettata in faccia a chiunque metta in discussione le versioni ufficiali delle istituzioni, dei governi o delle grandi corporazioni. Ma è davvero così semplice? Siamo noi persone comuni a vedere complotti ovunque, oppure sono proprio i potenti, con i loro giochi di potere, che agiscono nell’ombra? Quando parliamo di “complottismo”, ci riferiamo a quelle teorie che sostengono che determinati eventi o situazioni siano stati orchestrati da gruppi di potere nascosti. Quello che molte persone non si rendono conto è che i governi e le grandi corporazioni sono da sempre coinvolti in operazioni segrete e non trasparenti. Non si tratta di fantasia o paranoia: ci sono esempi storici che dimostrano che questi gruppi agiscono spesso senza rendere conto alla popolazione. Pensiamo ad alcune delle più celebri rivelazioni: scandali di spionaggio, corruzione e manipolazione dei mercati finanziari. Quando uno scandalo emerge, è troppo tardi, i danni sono fatti e la fiducia è già stata violata. Non siamo noi, persone comuni, a vedere complotti ovunque: sono i fatti che ci mostrano come il vero potere spesso operi in modo subdolo. I governi, attraverso la storia, hanno mostrato una lunga tradizione di azioni segrete. Dal controllo delle informazioni alla manipolazione dell’opinione pubblica, c’è una linea sottile tra ciò che ci viene detto e ciò che realmente accade. Programmi di sorveglianza di massa, come quello rivelato da Edward Snowden, hanno dimostrato che mentre ci si dice di vivere in democrazie trasparenti, in realtà vengono presi accordi a porte chiuse, senza che il popolo ne sia consapevole. Questo non è complottismo? Certo! Ed è anche una realtà documentata. I governi hanno sempre usato strumenti di controllo per mantenere il potere e proteggere gli interessi delle élite. Quando mettiamo in discussione ciò che ci viene detto, non stiamo creando teorie del complotto: stiamo cercando la verità. Le grandi corporazioni non sono da meno. Con un potere economico che spesso supera quello degli stati, controllano mercati, risorse e informazioni. Attraverso lobby e pressione politica, influenzano le leggi e le decisioni governative, spesso a discapito delle persone comuni. Non è un mistero che i colossi farmaceutici, tecnologici e finanziari usino il loro potere per plasmare la società secondo i propri interessi. In passato, siamo stati testimoni di scandali enormi, come le manipolazioni bancarie che hanno portato alla crisi finanziaria del 2008. In quel caso, chi ha pagato le conseguenze? Le persone comuni, mentre le grandi banche venivano salvate dai governi con i soldi dei contribuenti. Chi è il vero manipolatore in questo caso? Non è forse evidente che le grandi corporazioni giocano un ruolo cruciale nel mantenere il potere nelle mani di pochi? Non siamo noi i complottisti!! Quando ci si accusa di complottismo perché mettiamo in discussione il potere, è importante ricordare che non siamo noi a creare complotti, ma a osservarli. I governi e le corporazioni hanno dimostrato più volte di operare con logiche di potere nascoste, lontane dagli interessi del popolo. Non si tratta di vedere complotti ovunque, ma di riconoscere i segni di una manipolazione che è sotto gli occhi di tutti. La prossima volta che qualcuno ci accusa di essere complottisti, riflettiamo su una cosa: chi ha davvero il potere di orchestrare gli eventi globali? Noi persone comuni, o i governi e le grandi corporazioni che controllano risorse e informazioni? La risposta, forse, è più chiara di quanto ci si possa aspettare. Non si tratta di credere a teorie strampalate, ma di osservare la realtà con occhio critico. Non siamo noi i complottisti, ma piuttosto le élite al potere che giocano le loro carte nell’ombra. Noi cerchiamo solo di capire cosa succede realmente, e questo non ci rende paranoici, ma cittadini consapevoli. Se vogliamo un mondo più giusto e trasparente, dobbiamo continuare a mettere in discussione ciò che ci viene detto e pretendere la verità.
E i complottisti saremmo noi…