Oggi ci facciamo una bella passeggiata lungo una delle strade tra le piu’ antiche d’Europa: la via Francigena. Insieme percorreremo 1800 km. narrando strada facendo la storia di questo cammino tanto amato ancora oggi da moltissimi viaggiatori rendendola ancora piu’ interessante e ricca di quel fascino misterioso che pochissimi conoscono. Come tutti gli itinerari medievali la Francigena non era strettamente legata ad un unico tracciato, ma si diramava nel territorio con itinerari e varianti legate alla situazione politica del momento e ai rischi delle epidemie malariche. Le strade consolari, municipali e vicinali tuttora esistenti sono lì a testimoniare la grande importanza raggiunta dalle vie di comunicazione nei secoli secondo e terzo d. C. La via Francigena, infatti comprende un fascio di percorsi che si estendono per circa 1800 km dall’Europa occidentale fino al centro Italia, in particolare a Roma. Dalla capitale italiana, poi, la via prosegue fino alla Puglia dove i pellegrini e i crociati si imbarcavano per la Terra Santa imbarcandosi al porto di Santa Maria di Leuca. Quando la dominazione Longobarda lasciò il posto a quella dei Franchi, anche la Via di Monte Bardone cambiò il nome in Via Francigena, ovvero “strada originata dalla Francia”, nome quest’ultimo che oltre all’attuale territorio francese comprendeva la Valle del Reno e i Paesi Bassi. La via dei pellegrini equiparata non per lunghezza ma per affinità di percorso al Camino di Santiago de Compostela è patrimonio dell’UNESCO ed è frequentata da tantissimi appassionati di trekking quanto di bike. Nel 1994 la via Francigena è stata dichiarata anche “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa”. I percorsi sono di rarissima bellezza ed ognuno può pianificare la strada in proporzione alla propria preparazione fisica ed alle proprie necessità. Meditazione e transcendentalità sono le due parole chiave per chi intraprende questo viaggio. L’importante è andare, esplorare il silenzio, il leggero calpestio del proprio passo, la compagnia di una nuvola che cambia forma, l’ondulare delle chiome degli alberi o il loro stagliarsi al sole, lo scorrere di un ruscello di là dal sentiero. Sentire, percepire e lasciar scorrere nuovi pensieri positivi inducendo la nostra coscienza ad aprirsi lasciando entrare nuove risposte cancellando automaticamente vecchie domande. Camminando, si scopre d’esser vivi in un senso più ampio, vitale, aperto a nuove prospettive. Ieri i pellegrini che si recavano in Terra Santa non erano equipaggiati ed il loro fardello era assai povero e quasi del tutto inutile. Taverne, locande, piccoli ostelli iniziavano a sorgere durante il XIII secolo così da poter ospitare e dare sostegno ai viandanti. Il pellegrinaggio aveva assunto le dimensioni di un fenomeno di massa, dando alla Via Francigena una fama notevole. Inevitabilmente, il percorso favoriva anche il commercio, dando sviluppo economico ai centri che si incontravano strada facendo. Ed è stato proprio il crescente commercio a spingere a reticolare sempre di più i percorsi, creando molte alternative, togliendo il primato alla Via Francigena che, gradualmente, perdeva anche valore come strada del pellegrino. La “modernità”, data dallo sviluppo di nuovi mercati, con merci come la seta e le spezie provenienti dall’Oriente, andava cambiando le abitudini e le priorità. In quel periodo, del resto, le grandi tappe dei pellegrinaggi erano sostanzialmente tre: Roma, la Terrasanta e Santiago di Compostela. È soprattutto grazie ai diari di viaggio, e in particolare agli appunti di un illustre pellegrino, Sigerico, che possiamo ricostruire l’antico percorso della Francigena. Nel 990, dopo essere stato ordinato Arcivescovo di Canterbury da Papa Giovanni XV, l’Abate tornò a casa annotando su due pagine manoscritte le 80 mansioni in cui si fermò a pernottare. Il diario di Sigerico viene tuttora considerato la fonte itineraria più autorevole, tanto che spesso si parla di “Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico” per definire la versione più “filologica” del percorso. Nel XIII secolo i traffici commerciali crebbero a tal punto che si svilupparono numerosi tracciati alternativi alla Via Francigena che, quindi, perse la sua caratteristica di unicità e si frazionò in numerosi itinerari di collegamento tra il nord e Roma. Tanto che il nome cambiò in Romea, non essendo più unica l’origine, ma la destinazione. Inoltre, la crescente importanza di Firenze e dei centri della Valle dell’Arno spostò a Oriente i percorsi, fino a quando la direttrice Bologna-Firenze relegò il Passo della Cisa a una funzione puramente locale, decretando la fine dell’antico percorso. Oggi, come è noto, il cammino viene programmato e vissuto anche da atei, agnostici e comunque da persone, spesso in solitaria che, più che invocare perdono o esiti miracolistici, desiderano vivere un’esperienza altamente significativa, emotivamente forte, misurando i propri limiti, dal piano fisico a quello psicologico, ritrovando sé stessi, riappropriandosi di significati più autentici. La via Francigena è nell’accezione un cammino spirituale e quindi di pellegrinaggio. Chi decide di affrontare un viaggio di questa portata deve comunque tener presente quattro tipi di condizione: lo scopo per il quale si intraprende questa via, il viaggio il concetto secondo cui il viaggio sia più importante della meta è il punto focale di questo tipo di esperienza. La distanza: non nel senso dei chilometri percorsi, ma di distacco dalla vita di tutti i giorni, per percepirlo è necessario che il viaggio duri a lungo, almeno 20 giorni. La determinazione: i sacrifici posti in essere ogni giorno e la messa alla prova della tua resistenza fisica e mentale sarà fondamentale per “guadagnare” la meta che ti sei prefissato. La lentezza: l’incedere con calma, gustandosi quei piccoli gioielli che la natura ti donerà: questo modo di procedere ti riserverà dei momenti di puro piacere per il cuore e l’anima ed infine l’apertura mentale anche se all’inizio è normale mantenere la stessa corazza indossata tutti i giorni, con il passare del tempo sarà sempre più facile aprirsi e imparare da tutte le lezioni che questa esperienza regalerà.